A TUTTO RAME
Molti studi scientifici dimostrano che il rame uccide i batteri e De Castelli ha avviato una sperimentazione per poterlo lavorare, preservando questa proprietà
Chiamato anche “oro rosso”, il suo numero atomico è il 29, Cu il suo simbolo. Stiamo parlando del rame, con molta probabilità e poca approssimazione, il metallo più usato dall’antichità. E chi lo avrebbe mai detto che dopo gli antichi paioli da cucina, il rame sarebbe tornate in auge proprio ai tempi del coronavirus?
Sì perché da quello che apprendiamo, questo antico metallo risulta utile nella lotta al Covid-19, che pare non resistervi. E se queste sono le premesse, allora spazio al rame in casa con arredi e complementi.
E chi del rame ne ha fatto cifra stilistica è De Castelli che da sempre lo usa in spessore, scegliendolo tra i suoi metalli di elezione per trasformarlo in arredi e interventi architetturali dal forte impatto visivo. Elementi speciali come desk reception per hotel, banconi per bar e ristoranti, complementi preziosi per la casa e i luoghi collettivi, superfici per i rivestimenti.
Il rame, oltre a essere naturale, è un materiale passivo, antimicrobico, in grado di auto-sterilizzarsi in superficie senza bisogno di elettricità o pulizia con sostanze chimiche. Diversi autorevoli gruppi di ricerca in tutto il mondo hanno verificato che il Coronavirus sopravvive sul rame circa 4 ore, a differenza di altri metalli o materiali che ne mantengono molto più a lungo la portata infettiva; addirittura sembra che i virus “esplodano” atterrando sul rame, che li “degrada”.
Già negli anni ’80 uno studio aveva testato la grande efficacia del rame nel contrastare i batteri, dimostrata anche nel 2015 contro un precursore del Covid-19, il Coronavirus 229E.
Partendo da queste notizie che arrivano dalla comunità scientifica, De Castelli sta avviando un percorso innovativo in collaborazione con ricercatori universitari, per trovare rapidamente una soluzione produttiva in grado di eliminare la necessità di qualsiasi trattamento superficiale del rame (finora utilizzati per mantenerne gli effetti cromatici) sperimentando diversi processi e fasi di ossidazione con lo scopo di salvaguardare il massimo della sua forza antibatterica.
Nel prossimo futuro potrebbe così tornare a essere protagonista nell’edilizia sanitaria e anche in quella degli spazi pubblici e delle nostre case. E’ stato la prima, e finora ultima, superficie metallica antimicrobica approvata dall’EPA-l’agenzia ambientale americana.